Come ogni anno, arrivati a metà luglio schiere di appassionati calano nella città di Oderzo per assistere alle proposte di «Opera in Piazza», manifestazione che ormai si avvia al quarto di secolo e che è dedicata da alcuni anni a Giuseppe Di Stefano: madrina ideale della manifestazione è infatti Monica Curth, vedova del grande tenore siciliano.
Uscendo dal repertorio più consueto - quei Verdi e Puccini che imperano sempre nelle piazze estive - quest'anno le due serate inaugurali di «Opera in Piazza» sono state dedicate a "L'elisir d'amore". Il capolavoro di Donizetti è stato loro offerto con il recentissimo allestimento del Teatro Nazionale di Maribor, la città slovena che è anche Capitale europea della cultura per questo 2012. Con quel teatro, sempre molto attivo in ogni settore, «Opera in Piazza» ha stabilito infatti da molti anni uno stretto rapporto di collaborazione; grazie ad esso una delle sue produzioni operistiche annuali, opportunamente riadattata allo spazio aperto, raggiunge il centro veneto per essere presentata alle migliaia di amanti del canto lirico radunati nella Piazza Grande, antico cuore pulsante della città e perfetto palcoscenico naturale.
Il regista Pier Francesco Maestrini ha escogitato per questo suo "Elisir d'amore" una ambientazione veramente inusuale: niente villaggio dei paesi baschi, bensì la 'main street' di un paesino sulla mitica Route 66, con l'immancabile pompa di benzina. Ad occhio e croce siamo in Texas o in Oklahoma, verso gli anni Sessanta del secolo scorso; quindi i costumi di Luca Dall'Alpi fanno spreco di cappellacci a tese larghe, i contadini paiono quelli delle barzellette sul Sud (bretelle, barba lunga e forcone), le procaci ragazze hanno camicetta annodata all'ombelico e shorts, Nemorino vestito da pulcino giallo reclamizza un 'chiken fried', i soldati di Belcore sono dei baldanzosi marines in trasferta. Dulcamara ricalca pari pari il Boss Hogg della serie televisiva Hazzard (sigaro e macchinona scoperta compresi), e nella festa di nozze troneggia in scena un toro meccanico, di quelli che simulano la gara del rodeo. Nell'insieme tutto appare molto spiritoso e divertente, comunque; poiché ogni trovata viene giocata con intelligenza e sottile ironia - e l'indubbia bravura recitativa di tutti gli interpreti ha agevolato tantissimo il lavoro di Maestrini - creando uno spettacolo molto coinvolgente. Non è stato superato bene però lo scoglio della 'barcarola a due voci' del Senatore e della Gondoliera, scenetta incongrua in tale singolare contesto e risolta come una banale esibizione al microfono di Adina e Dulcamara. Le scenografie - un adattamento di quelle originali di Juan Guillermo Nova - prevedevano due ampie costruzioni in legno ai lati (rimessa, bar, emporio: qui deve lavorare la fantasia dello spettatore) ed un enorme sfondo video proiettato, con il paesaggio che muta di luminosità secondo il progredire delle ore. Il complesso delle luci era curato da Pascal Mèrat.
L'amplificazione del suono, necessaria in uno spazio così vasto ma decisamente perfettibile, non permette valutazioni esatte; nondimeno il Nemorino del giovane tenore catalano Xavier Moreno (ruolo debuttato l'anno scorso all'Opéra de Rouen e all'Opéra de Limoge, poi replicato mesi fa proprio a Maribor) appare molto interessante, per estrema franchezza di recitazione e una vocalità decisamente importante, sebbene ancora da mettere bene a fuoco nella gamma dinamica; e la nostra Laura Giordano, anch'essa già applaudita a Maribor, è apparsa interprete molto espressiva e disinvolta, prendendo la scena con la sua briosa personalità; però l'emissione a mio parere non è esaltante, e il suono nell'insieme un poco asprigno, da soprano leggero. Trascinante il Belcore del baritono serbo Marko Kalajanovič, voce baritonale robusta e ben timbrata; un po' pasticciato il Dulcamara del basso-baritono sloveno Jaki Jurgec; benino la Giannetta di Valentina Čuden. L'ottima orchestra ed il buon coro del Teatro Nazionale di Maribor erano sotto la bacchetta di Simon John Robinson: direzione molto vigile, centrata nei tempi e brillante nei colori. Grande successo di pubblico, numerose chiamate per gli interpreti.
Teatro